Da gennaio 2022, come stabilito dal regolamento Ue, i tatuaggi a colori saranno vietati. Una decisione che arriva dopo anni in cui si dibatte sul loro utilizzo. Dal 2013 era stato annunciato il progressivo ritiro del materiale.
Il problema degli inchiostri colorati è nell’isopropanolo un solvente cancerogeno che ha effetti dannosi sulla pelle perché irritante. In particolare è pericoloso perché può seccare la cute, causare danni al sistema nervoso e irritare gli occhi. Saranno consentiti come colori solo il bianco e il nero a partire dal 4 gennaio 2022.
Sicuramente questo avrà ripercussioni su tutta la filiera, la speranza ad oggi era di trovare sostanze alternative che però non sono state trovate. Nonostante siano passati anni, non c’è stata una svolta.
Il presidente dell’Associazione tatuatori non è stato contento di quanto accaduto. “Altra faccenda incomprensibile è il concetto stesso di tossicità collegata alle date a partire dalle quali alcuni prodotti si bandiscono: perché, infatti, se il pigmento ‘Blu PB 15:3′ e il ‘Verde PG 7’ sono dichiarati tossici non vengono tolti immediatamente dal commercio e, per farlo, si aspetta, invece, il 2023? Se questi due colori sono tossici vanno proibiti subito, perché attendere? Per dare ai produttori più tempo per la loro sostituzione nonostante gli stessi abbiano evidenziato alla Commissione europea la loro insostituibilità? Non lo capisco io, e questo è facile, oppure le norme sono imperfette e inapplicabili.”
“Certo, si è fatto poco perché il Regolamento fosse chiaro e lo dico anche e soprattutto per i nuovi tatuatori, i quali cosa vuole che ne sappiano dopo appena 90 ore di corso per fare questo lavoro? Una mia triste previsione? Molti tatuatori saranno spinti a lavorare nel underground – ha concluso – con buona pace della sorveglianza sanitaria, del gettito fiscale e contributivo”.