Il Catcalling che si potrebbe tradurre come “Chiamare il gatto” è indicato come molestie di strada e riguarda approcci indesiderati, sia nei gesti che verbalmente, da parte di persone che con fare persistente offrono ad altri avance non gradite. Il fenomeno non è circoscritto solo alla strada ma anche a luoghi chiusi e mezzi di trasporto.
Possono essere gesti, commenti e molestie di ogni tipo come fischi, inseguimenti, commenti, insulti anche con componenti discriminatorie come etnia, classe sociale, disabilità. Ogni Paese ha il suo termine per definirla, in Asia è Eve Teasing, in Spagna Piropos. La discussione di questo argomento risale al 1944 quando Recy Taylor, rapita e violentata in Alabama, diete avvio ad un profondo cambiamento. Rosa Parks era incaricata del caso e questo fu il punto di svolta per la più importante campagna per la parità. Negli anni Sessanta ne è nato un movimento poi diventato popolare ma cosa dice oggi la legge? Esistono delle leggi che riguardano alcune forme di molestia da strada in alcuni Paesi. Il governo francese le ha rese illegali dal 2018 con multe fino a 750 euro. In Italia questo non è ancora considerato reato o meglio non vi è una legge ad hoc. Le Filippine hanno una legge dal 2019, in America è considerato diversamente da Paese a Paese.
Nel nostro Paese il termine viene erroneamente interpretato come “conquista da strada” come la possibilità, soprattutto da parte degli uomini, di poter fare la corte, anche se non gradita, ad una donna. Tuttavia l’errore più grande è pensare che si limiti solo a quello. Il catcalling riguarda molto di più, è relativo a chi vuole imporre la sua presenza, il suo desiderio sulla libertà altrui anche attraverso parole non gradite. A chi si sente in diritto di poter molestare, anche verbalmente una donna o una persona in generale, perché la ritiene appetibile al pari di un oggetto. I complimenti sono una cosa, il catcalling è un’altra: è un reato.